San Giacomo Maggiore

San Giacomo Maggiore

Inserita al centro del nascente borgo, fulcro del potere civile e religioso, la sua costruzione è al centro di influssi lombardi, liguri e francesi.

La prima citazione di San Giacomo è del 1172, quando i Consoli di Alessandria qui giurarono fedeltà agli Obertenghi. Di stile romanico-lombardo, con pianta a croce latina a tre navate, divise da due file di colonne con capitelli diversi: due di tipo corinzio, tre ornati a foglie e altri tre, in stile borgognone, con figure zoomorfe.
Il colonnato restò fortemente inclinato dopo l’aggiunta del campanile, nel 1352. Alterazioni gotiche e l’apertura di finestroni, in epoca barocca, sulle fiancate, testimoniano il corso dei secoli. Fra il 1957 e il ‘60 fu restaurata seguendo le forme medievali e sotto l’intonaco dalla parete nord riaffiorò parte dei decori più antichi: l’affresco del XIV secolo della Madonna della Misericordia, che abbraccia e protegge i gaviesi. Oltre il crocefisso ligneo, sono l’altare barocco del SantoRosario e la statua marmorea della Madonna del Rosario (1730), del Cacciatori, attorno i quindicidipinti dei “Misteri del Rosario”, di scuolaromana, del XVIII secolo. Quindi, la copia del Polittico di San Giacomo, di Manfredino Bosilio del 1478. L’originale fu venduto nel 1862 all’Accademia Ligustica di Genova, dove è oggi conservato. A seguire il Battesimo di Cristo di Lazzaro Calvi, di scuola genovese del 1591. Ornano l’altare maggiore tre pannelli in marmo, presi dal sarcofago smantellato di Antonio Guasco: il centrale raffigura il Cristo Risorto, i laterali la Vergine Maria e l’Arcangelo Gabriele. Dietro, il quadro del Badaracco San Giacomo che scaccia i mori, mostra San Giacomo, detto “Matamoros”, in sella a un cavallo bianco, che combatte i saraceni nella battaglia di Clavijo, in Spagna. Inizia la navata destra Il sogno di San Giuseppe, di G.B. Paggi, scuola genovese del ‘600, poi la statua marmorea della Madonna del Rosario dello Schiaffino, del XVII secolo, si contrappone a un’altra Madonna del Rosario, statua lignea policroma del 1854 di L. Montecucco, quindi San Pietro Apostolo, di scuola genovese del 1700,La Presentazione di Maria al Tempio del 1500, e La Resurrezione di Lazzaro,del Montessoro, del 1600. Segue la palarinascimentale di Gandolfino da Roreto (1515-1520): Madonna col Bambino con San Giovanni Battista e San Giacomo e la lunetta dell’Adorazione del Bambino. Infine, un affresco del XV secolo, San Sebastiano e San Rocco. Fuori, la facciata conforme alle origini: semplice elineare, in puro stileromanico. Il portale strombato e capitelli a reggere archi a tutto sesto. Sulla prima arcata mitologiche Arpie, simbolo d’immoralità. Nella lunetta, un alto-rilievo in stile borgognone dell’Ultima Cena: Cristo in trono, con i piedi appoggiati su una figura capo-volta, l’anticristo. Gli Apostoli ai lati: a destra San Giacomo il Maggiore, a sinistra San Pietro. Sopra la lunetta, fra le figure alate del “Vento” e del “Fuoco”, una Colomba, simbolo dello Spirito Santo. Sul rosone la ghiera interrotta a simboleggiare l’imperfezione umana o, secondo una leggenda, “Il Diavolo, condannato a vagare senza posa, aveva un solo mezzo per stabilirsi in un luogo e compiere i suoi malefici: entrare in un corpo a forma di cerchio ove potesse girare all’infinito”.

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